Un libro da conoscere: American Voyage

American Voyage è un libro del fotografo italiano Mario Canicelli che negli anni ‘60 ha raccontato l’America. Mario Carnicelli vinse un premio edito da Ferrania e attraversò molte città degli Stati Uniti raccontando con le sue fotografie la vita e i luoghi che incontrava e lo colpivano, oggi è un esempio di street photography, sintesi perfetta di come il racconto si amalgama la curiosità.

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7 Lezioni che Sergio Larrain mi ha insegnato sulla Street Photography

Riporto la traduzione da me effettuata di uno degli ultimi post di Eric Kim, un blogger e bravissimo street photographer. Il post mi sembra un'esauriente risposta a molte delle domande sulla street photography oggi che mi sento di condividere partendo dall'analisi dell'opera di Sergio Larrain.



Sergio Larrain è una figura nella storia della fotografia che non è ben nota, ed è un po' misteriosa. Ha scattato appena per più di un decennio, e poi ha deciso di proseguire un percorso di vita più "mistico” concentrandosi su yoga, meditazione, e si appartato dalla società.
Ciò che mi ispira maggiormente nella fotografia di Sergio è il suo senso di grazia e poesia presente nelle sue immagini.
Ho scoperto il lavoro di Sergio Larrain dal mio amico Yves Vernin; aveva un bel libro di retrospettiva su di lui - pieno di immagini poetiche ed anche alcune lettere personali di Sergio.
Non ho scritto un articolo “Imparare dai Maestri” nel frattempo - m mentre guidava l’autobus oggi, improvvisamente ho avuto voglia di fare qualche ricerca in più su di lui, e (si spera) rendere il suo lavoro un po’ più conosciuto.

La storia di Sergio
 


Secondo Sergio, egli studiò scienze forestali all’Università di Berkeley (all’età di 17 anni), la sua principale speranza era quella di vivere nel sud del Cile, in una delle più belle regioni.
Mentre era a Berkeley, lavorò part-time (lavava i piatti) e, finalmente, acquistò la sua prima Leica e secondo lui:

“Ho risparmiato i miei primi soldi …e ho comperato la mia prima Leica, non perché volevo fare foto, ma perché era l’oggetto più bello che si potesse acquistare (insieme ad una macchina da scrivere)… per la prima volta nella mia vita ho avuto i soldi per quello che volevo” - Sergio Lerrain, in una lettera ad Agnese Sire, che è stata per 20 anni all’editor desk della Magnum (a Parigi)".

Quando andò a Ann Arbor, Michigan (all’età di 19 anni) era “confuso” e “…ho deciso di cercare la verità” come un vagabondo. Mentre era lì, ha chiesto in prestito un laboratorio fotografico, e il fine settimana avrebbe ingrandito, sviluppato e imparato il mestiere della fotografia.
Da lì, ha viaggiato con la sua famiglia in Oriente e in Europa, e fece foto per un anno. In Italia scoprì le “arti visive” e “un’altra dimensione della fotografia”. La sua più grande ispirazione fu a Firenze, da un fotografo di nome Cavalli.
Quando tornò in Cile, visse in casa di un contadino (che affittò per un anno all’eta di 21 anni), al fine di essere solo e “…trovare se stesso”.
Durante questo periodo, aveva il suo laboratorio a Valparaiso, faceva fotografie, e ha descritto che “i miracoli iniziano ad accadere, e la mia fotografia è diventata magica.”


Col passare del tempo iniziò a sentirsi più insoddisfatto della società, e lottò per cercarsi un modo per guadagnarsi da vivere con la fotografia.
Così un giorno in preda alla disperazione, inviò una raccolta di sue foto in bianco e nero al Museo di Arte Moderna di New York, e Edward Steichen si offrì di acquistargli 2 foto per la collezione del museo (Sergio descrive ciò “come una visita della Vergine Maria”).
Ciò portò Sergio a iniziare a fare mostre, e alla fine fu accettato alla Magnum (quando Henri Cartier-Bresson vide le sue foto di ragazzi di strada, suggerì che lavorasse per la Magnum). Trascorse due anni a Parigi, lavorò per pubblicazioni internazionali, e costruì la sua autostima.
Tuttavia a circa 28 anni si era sposato e si sentiva in trappola, voleva vivere da solo. Questo lo portò a trasferirsi in campagna, e si ritirò nella sua “…isola di pace”.
Per il resto della sua vita, si concentrò sulla fotografia in bianco e nero, la pittura (che disse che gli mantenne il suo "occhio di fotografo"), e la scrittura. Si concentrò sullo Yoga, la "mistica" orientale, e inviò lettere d'amore ad alcuni dei suoi amici alla Magnum.
Sergio Larrain è scomparso a febbraio del 2012, all'età di 80 anni.

1. Rimuovere il velo dell’illusione dalla realtà
 


”La fotografia è solo una passeggiata nell'universo ... Il mondo convenzionale vela la vostra visione, per la fotografia si deve trovare un modo per rimuovere il velo." - Sergio Larrain

Amo questo punto di vista profondo e filosofico di Sergio Larrain. Trovo che anche per me, la fotografia è uno strumento per acquisire una comprensione più profonda della realtà. Non solo, ma la fotografia mi aiuta migliorare le cose viste nel mondo, piuttosto che essere solo un altro utente di smartphone distratto (costantemente collegato, con le cuffie e tutto il resto).
Trovo anche che uno dei migliori modi per pensare e meditare sia la "camminata di metidazione" - quando si scollegano le cuffie, e si gode solo di una passeggiata in una città o di un quartiere. Questo è ciò che è capitato quando ho iniziare ad avere idee migliori, e che ho avuto anche in una (rara) occasione di essere solo.
Ritengo inoltre che la fotografia sia tutta una questione di auto-espressione e di scoperta di sé. Più faccio foto, più imparo sulla mia personalità.
Per esempio, ho scoperto che ero interessato alla "street photography”, perché amavo la società, le persone, e interagire con gli altri. E più specificatamente - ho scoperto che "ritratti di strada" erano il mio genere preferito di fotografia; perché io sono un estroverso a cuore.

Punto importante
Quindi per voi, come si può usare una macchina fotografica come strumento per acquisire una conoscenza più profonda del vostro mondo e della vostra realtà? Fare fotografia aiuta a notare di più le cose nella vostra vita quotidiana? Quando siete in metropolitana, siete distratti dallo smartphone, o vi piace come uno ”Zen", osservare gli altri e pensare alla vita?
 

 

2. Liberiamo noi stessi dalle convenzioni
 


Una buona immagine è creata da uno stato di grazia. La grazia si esprime quando si è stati liberati dalle convenzioni, liberi come un bambino nella sua prima scoperta della realtà. Il gioco è quindi quello di organizzare il rettangolo.  - Sergio Larrain

Nella fotografia, uno dei modi per rimanere fresco è di abbracciare "mente del principiante".
Vi ricordate quando prendeste in mano la vostra prima macchina fotografica? Vi ricordate quanto eravate eccitati? Vi ricordate come ogni cosa era così interessante da fotografare?
Ma col passare del tempo e con l’acquisire competenze nel campo, la nostra visione diventa meno pura, meno curiosi e meno penetrante. Abbiamo lasciato che la nostra "mente esperta” offuscasse la nostra visione, e siamo diventati stupidi seguendo le convenzioni. Impariamo le "regole" della fotografia, e di conseguenza le nostre capacità creative diminuiscono.

Punto Importante
Quindi cerchiamo di prendere nota da Sergio Larrain e "liberiamo noi stessi dalle convenzioni". Sia la fotografia sia un viaggio personale verso di voi. Non è necessario ascoltare qualsiasi cosa le persone ti dicono di fotografia. Non esistono regole. Ascoltate solo la vostra stessa voce interiore.

3. Iniziate la vostra avventura
 


“Il gioco (della fotografia) è quello di lasciarsi andare, lasciare che l'avventura abbia inizio. Come una barca a vela spiega le sue vele” - Sergio Larrain

La Fotografia dovrebbe eccitarvi. Ogni volta che si va fuori e battere le strade, è un'opportunità per esplorare la realtà, conoscere nuove persone, e fare immagini che ci eccitano.
Spesso molte persone pianificano la loro vita futura - come sarà "un giorno" viaggiare per il mondo ed esplorarlo. Ma, purtroppo, il tempo si insinua in fretta, e la maggior parte delle persone non avranno la possibilità di realizzare i loro sogni e viaggiare e vedere il mondo.
Spesso in fotografia facciamo piani per l futuro. Facciamo piani su tutti i posti che vorremmo visitare, facciamo piani di progetti fotografici che vorremmo perseguire.
Tuttavia la cosa più difficile in fotografia è quella di iniziare solo a scattare fotografie. Abbandoniamo l’insicurezza di ritenere non abbastanza buona la nostra attrezzatura si insinui e la paura di scattare foto a sconosciuti senza permesso (o con il permesso).
Ma anche i marinai più esperti sanno che ogni volta che dispiegano le vele, il mare è incerto. Non sanno se andranno verso una tempesta, e che pericoli si troveranno di fronte. Un grande marinaio non può controllare l'acqua, le onde, o il mare - ma può guidare la sua nave al meglio. E conosce la direzione generale che ha in testa - ma il percorso è sempre incerto.

Punto Importante
Invece di lasciar cadere le vostre vele, accendendo la vostra fotocamera. Accendete la vostra fotocamera, guardatevi intorno, e fate della fotografia un’opportunità eccitante.
Non avrete bisogno di viaggiare per fare fotografie interessanti. Si tratta solo di esplorare la vita di tutti i giorni e rendere la vostra vita ordinaria interessante ed eccitante.
Indipendentemente se si vive in un sobborgo o in una noiosa città - ci sono sempre cose interessanti per voi da fotografare.
Non pensare troppo, basta uscire e fare foto.

4. Non forzare le cose / seguite il vostro proprio gusto
 


“Non bisogna mai forzare le cose, altrimenti l'immagine perderebbe la sua poesia. Seguire il proprio gusto e nient'altro. Sei la vita e la vita è ciò che si sceglie. Ciò che non ti piace, non guardarlo, non va bene. Tu sei l'unico criterio, ma guarda anche tutti gli altri”. - Sergio Larrain

Lo vedo ovunque - noi fotografi non ci sentiamo “ispirati” e abbracciamo questi progetti di fare foto ogni giorno per 365 giorni. Oppure pensiamo che l’acquisto di una nuova fotocamera sarà di “nuova ispirazione” per fare fotografie.
Fidatevi di me, trovo difficile rimanere “ispirati” e fare foto. Ma per ironia della sorte più cerco di sforzarmi a scattare foto, meno ispirato mi sento.
Credo che le mie fotografie preferite le abbia scattate quando non mi sentivo stressato. La poesia non dovrebbe essere forzata altrimenti non verrà dall’anima, e non sarà autentica.

Punto Importante
Il punto della fotografia è quello di migliorare la vita di tutti i giorni. Essere un grande fotografo non è il punto di arrivo della vita, il punto è quello di godersi la vita.
Quindi se la fotografia è aggiunta di stress nella vostra vita, perché lo state facendo? La fotografia dovrebbe essere un’esperienza gioiosa e piacevole. E non c’è bisogno di esser sempre a far foto.
Se vi piace leggere, leggere poesie o scrivere, sappiate che la fotografia è solo un altro strumento per godersi la vita.
E, in ultima analisi, se vi piace far foto fatele, perché vi dovrebbe importare ciò che altri pensano?

5. Sul modo di adattarsi al mondo commerciale
 


Una delle cose per le quali Sergio Larrain ha lottato è stata come fare a “vivere” di fotografia.
E ancora una questione alla quale molti di noi guardano oggi: dovremmo lasciare il nostro lavoro e perseguire la fotografia a tempo pieno? E se decidiamo i fare fotografia a tempo pieno, dovremmo solo fare le foto che amiamo? O dovremmo imboccare una via già commerciale e scattare matrimoni e fare foto di pubblicità?
In una lettera indirizzata a Henri Cartier-Bresson nel 1960, Sergio Larrain scrive i suoi dubbi (un anno dopo essere diventato un full-membro di Magnum):

“Caro Henri,
Grazie per la vostra breve nota. Sono sempre felice di sentirvi. Eccomi qui, per lo più a scrivere… facendo poche fotografie.
Sono perplesso…
Amo la fotografia come arte visiva… Come pittore amo la pittura e mi piace praticarla in quel modo… un lavoro che vende (facilmente) si adatti a me. È come fare poster per un pittore… al limite amo perdere il mio tempo.
La buona fotografia è difficile e richiede molto tempo per farla. Ho cercato di adattarmi da quando sono entrato nel vostro gruppo per cercar di imparare ed ottenere pubblicati… ma voglio prendere le cose più seriamente… c’è il problema dei mercati… di farsi pubblicare, di guadagnare soldi… sono perplesso come vi dico e vorrei trovare una via d’uscita di lavorare ad un livello vitale per me… non posso adattarmi più… così scrivo… così penso di meditare… in attesa di una chiara direzione che si sviluppi per me…
Arrivederci, con stima
Sergio”

Tre anni dopo, Sergio Larrain scrisse ad Henri Cartier-Bresson un’altra lettera, nella quale condivideva che l’unica fotografia che amava fare era quella non commerciale, e nello stile che amava:

Cerco di fare solo il lavoro che mi interessa davvero. È l’unico modo per mantenermi in vita fotograficamente, e mi prendo tutto il tempo di cui ho bisogno. Mi mantengo in una pace lenta, con molto tempo per me stesso e per fare altre cose, e vedere come la fotografia si sviluppa… se continua a svilupparsi… faccio quello che voglio come voglio, mi sembra che la fretta del giornalismo - esser pronti a saltare su qualsiasi storia, tutto il tempo - distrugga il mio amore e la concentrazione per il lavoro”.

Punto Importante
Se si dispone di un lavoro a tempo pieno: consideriamolo una benedizione. Perché? Significa che la fotografia è sul lato delle vostre passioni. Se non siete dipendenti dalla fotografia per vivere, non avrete bisogno di fare foto che non vorreste fare.
Conosco un sacco di amici che sono fotografi di matrimoni o fanno fotografia commerciale a tempo pieno che sono totalmente bruciati dal loro lavoro commerciale, che non hanno l’energia o la passione per i loro progetti personali.
si consideri il lavoro di un operaio di 5-9 ore - si avrà tempo prima del lavoro, durante la pausa pranzo, dopo il lavoro per fare le foto di cui si è appassionati. E si potranno far foto nel weekend - non sarà necessario perder tempo a fare un lavoro commerciale che non interessa.
 
Contrappunto
Ma dall’altro lato, anche come fotografi pubblicitari o di matrimonio potreste rimanere fedeli ai vostri valori.
Conosco alcuni fotografi pubblicitari che sono molto più ostinati e scattano solo le pubblicità o i matrimoni che vogliono fare. E naturalmente questo costa loro alcuni lavori, ma alla fine si sentono più autentici verso se stessi. E alcuni dei fotografi di maggior successo (Mi viene in mente Dan Winters) lavora in questo modo. Forniscono solo foto di cui sono orgogliosi. Non cercano di compiacere il loro cliente, cercano di fare foto che gli piacciono, e cercano solo clienti che apprezzeranno i loro lavori.
Uno dei maggiori dibattiti filosofici delle persone è: dovrei fare lavori pubblicitari che piacciono ai miei clienti o che piacciono a me?  E non solo, ma c’è sempre ricorrente una domanda assillante: “Il cliente ha sempre ragione?”
Steve Jobs è stato un genio creativo che era un maledetto testardo. Aveva molto forte una singolare visione dei dispositivi tecnologici e ha fatto si che che gli altri si adattassero alla sua visione (piuttosto che lui adattarsi al mondo). E ciò ha lavorato a suo favore.
Penso che funziona in entrambi i modi: è possibile essere testardi e far si che il mondo si adatti a voi, oppure ci si può adattare al mondo. Si tratta di ciò che è il vostro stile personale.
- Se siete più testardi e ostinati; forse la strada migliore è quella di lasciare che gli altri si adattino a voi.
- Se siete più flessibili; forse la strada migliore è quella di adattarvi ai vostri clienti e al mondo intorno a te. 
Nessuno ha le risposte; dovete solo scoprire cosa funziona per voi. Fare quello per cui vi sentite autentici, e ignorate ciò che gli altri vi dicono.

6. Isolarsi creativamente
 


Come fa un individuo a rimanere creativo, e a non farsi “corrompere” dal mondo esterno?
Queste sono alcune domande che confondevano Sergio Larrain. Ha creduto che molti creativi hanno dovuto isolarsi, e rimanere fedeli a se stessi:
”Le persone che fanno un lavoro creativo, devono isolarsi, sono tutti eremiti, in un modo o nell’altro… Picasso avrebbe voluto vivere in un mondo di felicità, con i suoi figli e le sue donne come sapete… lontano dalla bruttezza e dalla tristezza”
Credeva anche che a volte, la creatività nasce da periodi in cui la società si è aperta alle novità:
”Ci sono periodi in cui tutta la società si apre al nuovo, come è accaduto nel Rinascimento, in Italia, e forse, in un certo periodo di armonia, in cui la società opera con la grazia e l'ispirazione, come nella Grecia classica“.
Sergio porta in primo piano un caso di Bruce Davidson; di chi crede persa un po' della sua magia creativa dopo aver iniziato a fare il lavoro commerciale:
“In Magnum lo abbiamo visto, con Bruce, per esempio. Quando era appena arrivato, era pura poesia, la sua gang di N.Y., e quello che ha fatto in quel momento. Ha ottenuto, da lì, un contratto con Vogue, NY., Mi ricordo, fece 4 servizi, nel corso di un anno, ottenne il denaro, e il miracolo se ne era andato, per sempre ... a volte è tornato, ma mai come all'inizio ... allora come si fa a tenere viva la luce?
Sergio credeva anche che i più grandi geni creativi erano quelli che erano in grado di continuare a creare il loro mestiere, a beneficio della società:
“Verlaine viveva come un ubriacone, negli alberghi, nella miseria, ma continuava a essere un poeta ... ci ha dato la poesia, come un sole permanente ... pianisti ben addestrati, mantengono la qualità delle loro vite, con totale dedizione, e vivono delle creazioni dei compositori, che li preserva dal cadere …”
Sergio conclude credendo che gli artisti che erano felici e puri erano solo quelli che rifuggivano dalle convenzioni che portavano gli altri fuori strada:
”Non è facile mantenere la vita viva, non degradata da convinzioni, da convenzioni, da adattamenti … L’arte è vivere felicemente, in amore con la verità, con la purezza, non inghiottiti dalla meccanizzazione… Henri preservò quello stato per molti anni, probabilmente perché egli esplorava, scopriva con la sua macchina fotografica 35mm, ed aveva una buona formazione visiva (nella tradizione dei pittori francesi). ha dato tanto… aprì la fotografia per tutti… Weston fece lo stesso con il suo grande formato e i soggetti fermi… CI sono momenti di coincidenze, nella società quando una nuova forma appare e si manifesta attraverso qualcuno.


Inoltre, significa credere nei miracoli e nella magia in Fotografia, e come dobbiamo essere aperti all’ispirazione (alla musa), e non cercare di controllare il processo artistico:
“Vedete, che nel nostro lavoro, di cacciatori di miracoli, abbiamo la felicità della magia, ma anche l’impossibilità di controllarla… dobbiamo essere aperti alla musa… suppongo che sia sempre stato così,  da quando il cacciatore in kayak andava per mare, non ha mai saputo se stesse andando a trovare una balena o un uragano… quando cerchiamo di controllare le cose completamente, la noia stabilisce il suo regno, e noi degradiamo… allo stesso tempo la vita deve essere preservata procedendo, sempre… ed è per questo che bisogna fare buon uso della ricerca della saggezza… Per mantenere questo miracolo della vita, nella felicità, tenerezza, formando i bambini, preservando gli anziani, ascoltando i vecchi…il momento eterno che è la realtà”.

Punto Importante
Credo che essere un artista è trovare un equilibrio fra imparare dai vostri coetanei e colleghi, ma rimanendo fedeli alla propria visione.
Il modo in cui sono stato in grado di bilanciare i due è stato quello di fidarmi del parere dei miei amici stretti e fotografi che rispetto. Se io rispetto il lavoro di un determinato artista o un fotografo, io rispetto il suo / la sua opinione molto di più di una persona a caso su internet.
Inoltre, credo che sia importante isolare creativamente se stessi per alcuni periodi. Se ci si disconnette dal social media e si prende una pausa dal caricare foto online, penso che è meglio per scoprire la vostra vera voce. A volte la tranquillità e la quiete sono necessari per non essere distratti da altri lavori che si stanno stanno facendo, e per concentrarsi sul proprio lavoro personale.

7. Evitare la fama
 


"Tragedia del fotografo è che una volta che si raggiunge un certo livello di qualità o di fama, vuole continuare e ottiene di perdersi completamente" - Sergio Larrain
Un detto romano dice: “più in alto ci siamo posti, più umilmente dobbiamo camminare”.
Si vede accadere tutte le volte - con attori, cantanti, rapper e artisti; più famosi diventano, più grande il loro ego diventa, e nel tentativo di rimanere famosi, si rovinano. Lo chiamano questo il "mostro fama" - guardate a tutte le persone famose e ricche che sono andati in bancarotta, che sono diventati dipendenti da droghe e alcol, e hanno rovinato le loro vite.
L'antidoto è quello di rimanere sempre modesti - e di sapere che più in alto si sale, più umile è necessario diventare.
Ho sperimentato ciò da solo - più famoso sono diventato, più ho lasciato la mia testa e l'ego si gonfiano. Più ego-centrico divento, meno ricettivo sono alle critiche costruttive, e più la mia fotografia ristagna.


Tuttavia una delle cose che ho imparato da mia mamma è di rimanere sempre umile, e non dimenticare da dove sono venuto.
Così onestamente oggi cerco di rimanere me stesso proprio come ogni altro blogger, ogni altro fotografo che sta cercando di fare foto per goderne da solo, e di godersi la vita.
Onestamente - più si diventa "famosi su internet", più stressante si può diventare. Ti senti come se hai bisogno di seguaci (sempre di più), likes, e "influence". Si inizia a confrontare se stessi con gli altri (più famosi) fotografi, e si diventa ancora più insoddisfatti rispetto a quando si era solo un dilettante che scattava foto per divertimento.
Non perdete mai il vostro entusiasmo infantile per la fotografia. Utilizzate i social media come strumento per collegare voi stessi con altre persone che la pensano come voi; non lasciate che vi rovinino la vostra vita.

Grazie Sergio


Penso che quello che in ultima analisi, amo di Sergio Larrain è il suo modo contemplativo e meditativo che aveva con la sua fotografia e con la vita. Ha combinato i suoi interessi nella filosofia orientale per guidare la sua vita artistica.
Al culmine della sua fama, si ritirò in una piccola e modesta stanza, e perseguì un percorso vero e proprio con se stesso. Quando si è sentito come chi ha iniziato a "vendere", ha preso una pausa, fece un passo indietro, e ha rivalutato la cosa più importante per lui nella vita (la meditazione, lo yoga, la pittura, la fotografia per se stessa).
La fotografia è uno strumento di auto-esame, e uno strumento per capire il mondo intorno a voi. Più penso a questo proposito, più la fotografia mi aiuta a filosofeggiare sulla vita.
Più divento esperto idi fotografia meno sono meno interessato a come fare foto migliori. Sono più interessato a come creare più significato e scopo alla mia fotografia. E queste sono domande personali che ci poniamo una volta che ci tiriamo fuori dalla "routine dei social media" di gusti / seguaci.
Quindi grazie Sergio per tutte le belle lettere, e dell'incoraggiamento ai fotografi a contemplare il motivo per cui facciamo le foto. È dimostrato attraverso il modo in cui hai vissuto la tua vita che si può essere autentici, felici, e vivere una vita significativa e creativa. Riposa in pace.
Sempre
Eric

Libro sulla retrospettiva di Sergio Larrain
 


Per saperne di più sul lavoro di Sergio e apprezzare le sue belle foto in bianco e nero, vi consiglio di prendere il suo libro retrospettiva: "Sergio Larrain”.

Tutte le foto: © Sergio Larrain / Magnum Photos.